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STUDI

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MATTEO MARIA BOIARDO

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BOLOGNA: un MILLA PII TA N. ZANiCHEI.Ll MUCCCLXXXXIV

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STUDI

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MATTEO MARIA BOIARDO

G. FeRBARi, Nelisif dilla vita di M. M. li. - N. Cahpamni, M. M. B. al governo di Reggio P- Kaixa, L' Orlando Iimninoralo. A, Luzj L'Orlando Imiamoialo e htibella d' EiU. - V. Giomgi, Sonilli i cb toni di M. Al. Boiardo. - G. Maz:!US[, Le eeloght volgari i il Tinioi - A. Caspanl, Li ecloglie Ialine. - R. Kenieb, / Taroeehi. - C Tinca; Il B. Iradullore. C. Antolisi, Il B. sloiico. Lctlerc Documenti.

(CON RITRATIO, MEDAGLIA li. FACSIMILE)

BOLOGNA

DITTA NICOLA ZANICHIi:i.LI

(Cesare e Giacomo Zancceiei.i.i)

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Proprietà letteraria.

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I

XIX DICEMBRE

MCCCCXCIV MDCCCXCIV

NEL QUARTO CENTENARIO

DALLA MORTE DEL CONTE

MATTEO MARIA BOIARDO

IL COMUNE E LA PROVINCIA

DI

RECGIO NELL' EMILIA

Et se io fusse imperatore io vorebe essere resano et obediente e ben amato da la patria mia. »

Lettera di M. M. Boiardo agli Anziani di Reggio dei 2 agosto 1477.

PREFAZIONE

Per commemorare il quarto centenario dalla morte del conte Matteo Maria Boiardo ebbi il proposito di pubblicare questo libro, che ne racconta la vita con novità e precisione di fatti, dando pieno risalto al ca- rattere deir uomo, e ne esamina la varia produzione letteraria, glorificandone 1' altissimo ingegno.

Appena mi posi a dargli effetto, ebbi pronto l'aiuto del Comune e della Provincia di Reggio nelP Emilia, a cui chiesi di sostenere le spese della stampa; e sol- lecita e tutta di cortesia V opera degli scrittori, di cui appaiono raccolti insieme gli studi.

A tutti rendo segnalata testimonianza di gratitudine.

E poiché il lavoro non fu facile quanto può sem- brare ora che è finito, ma richiese lunga e faticosa preparazione, ad altri molti debbo porgere grazie. E, primo, ricordo il professore Angelo Solerti, il quale mi soccorse alP opera con assidua e tanto amorevole premura, che senza di lui questo libro non sarebbe uscito in tempo così compiuto; mentre, per sua parte, pubblica in questa occasione solenne una nuova edizione delle Poesie volgari e latine del Boiardo, ri- scontrate sui codici e sulle prime stampe.

VI PREFAZIONE

Ringrazio inoltre il Municipio di Scandiano che volle concorrere ad onorare il suo grande cittadino; il prof. Alberto Catelani, reggente la direzione dell'Ar- chivio di Stato di Reggio; il conte cav. Ippolito Ma- laguzzi, direttore delf Archivio di Stato di Modena; il comm. Pietro Vayra, direttore dell' Archivio di Stato di Parma; il cav. Stefano Davari, direttore dell'Ar- chivio Gonzaga di Mantova; il sig. Edoardo Scott del Museo Britannico, e il cav. dott. Vincenzo Magnanini di Correggio, che favorirono la ricerca dei documenti.

II cav. Giuseppe Cavalieri di Ferrara mi diede da pubblicare una lettera del Boiardo da lui posseduta, e il comm. Emilio Treves permise cortesamente la ri- stampa dello studio del Rajna sulP Orlando Inna- morato.

Il ritratto che orna questo volume é il medesimo che divulgò il Venturi nella edizione modenese del 1820 delle Poesie scelte e illustrate del conte di Scandiano; mi hanno determinato alla scelta gli stessi criteri di lui, e inoltre la preferenza datagli nel Walhalla Atestino^ curato da Adeodato Malatesta.

Circa air autografo rilevo che la maggior parte della lettere del Boiardo sono di mano de' segretari e can- cellieri suoi. Una egli medesimo confessa scritta da lui, e la mandò il giorno 26 di agosto a Ercole I duca di Ferrara, descrivendogli la passata per Reggio dei sol- dati francesi di Carlo- Vili. Ma, poiché occupa tre pa- gine, non credetti opportuno riprodurla, e solo la tenni per guida a trovare questa che presento, e che ho tolta dair Archivio di Stato di Modena.

PREFAZIONE

Adempiendo Ì voti, rimanga questo volume monu- mento all' opera del Poeta, e cresca e ne rischiari in perpetuo la gloria del nome.

Reggio uelf Emilia, ip dicembre 18^4.

N. Campanini.

r .1

I.

GIUSEPPE FERRARI

NOTIZIE DELLA VITA DI

MATTEO MARIA BOIARDO

È uomo antico ed amator di pace Ori. Inn. p. I, e. VI, 41.

Alla narrazione che delle orìgini e della stona di casa Boiardi reca Giambatista Venturi, il seniore, ne' cap. V e VI della sua Storia di Scandiano (*), la quale e' indica un Gherardo nel 1270, un Bonifazio confratelli nel 1315, e un Francesco nel 1325, tutti di Reggio, per discendere a Feltrino, avo di Matteo Maria, pur qualificato del titolo di cittadino reggiano in un istrumento del 1426, poco m'è dato di aggiungere.

Di Gherardino Boiardi si legge il nome in una scritta di pro- cura de* guelfi reggiani del 131 1, e un Corrado Boiardi è fra' te- stimoni all'atto (*). Un Francesco di Bonifazio è nel 1313 fra gli scolari di Reggio che fanno istanza al comune per avere un lettore di leggi ('); e nel 1315 un Lanfranchino chiede, con altri, un lettore di Digesto vecchio (*). Tommaso, Bonifazio e Matteo sono del novero dei difensori della città dal 1309 al 1329 (*). Di case possedute da' Boiardi nelle vicinie di San Tommaso e di San Pietro, super strata regali, abbiamo ripetute menzioni (^). Feltrino, Comes Scandiani, Civis Regii, ntorant trahens in dieta

(1) Modena, per G. Vincenzi e comp., M.DCCC.XXII.

(•) Memorie Storiche di Reggio del Conte Nicola Tacoli, T. I, 415.

(3) Ibid., T. I, 330.

<4) Ibid., 062,

(5) Ibid, 391.

<«) nnd„ T. I, 464, 465; T. n, 39a

4 NOTIZIE DELLA VITA

Civitate Regij in Victnia Sancii Johannis Baptistae, è ricordata in un documento del 1426 {}),

Fu famiglia, probabilmente derivata dai Bianchi di Lunigiana^ che, sullo scorcio del sec. XII ottenne in feudo il castello di Panzano nella diocesi di Carpi; che nel XIII crebbe rapidamente in fortuna e in potere, e che nel 1362 ottenne il mero e misto imperio del castello di Rubiera e di non poche terre nei dintorni. Ebbe uomini d' arme, di toga e di chiesa e annoverò tra' suoi parecchi condottieri, podestà e vescovi. Selvatico, fratello d* un Feltrino seniore e con lui signore di Rubiera, in un atto del 1370 è egli pure chiamato de Regio (*).

Feltrino iuniore, che Marcantonio Guarini, ferrarese, chiamò uomo di gran portata e di lettere, fu figlio d'un Matteo. Ne scrisse la vita latinamente un arciprete Bartolomeo da Prato, che nel 1457 era in Scandiano a' servigi della famiglia Boiardi ('). Sposò Guiduccia figlia di Gherardo conte di Correggio, e n'ebbe, con tre femmine, due maschi: Giovanni e Giulio Ascanio. Dalle nozze di Giovanni con Lucia figlia di Tito Vespasiano Strozzi (la fiorentina famiglia trapiantatasi a Ferrara), nacque Matteo Maria, l'autore deW Orlando Innamorato, che ebbe quattro sorelle: Giovanna, Giulia, Emilia e Lodovica. Da Giulio Ascanio, che sposò Cornelia Taddea Pio di Carpi, nacque un altro Giovanni.

Alla famiglia de' Boiardi non furono ignoti (s'intende) i delitti e i vizi propri all' epoca nella quale salì in fiore. Bonifazio Boiardi nel 1286 assale armata mano, e non senza spargere sangue, il monastero di San Prospero fuori della città, dando occasione a una delle pagine più vive di quel singolarissimo cronista che fu il Salimbene (*), Un altro Bonifazio venne ucciso dal consanguineo Bartolomeo nel 1351 (*). Sulla onorabilità stessa di Feltrino, conte

(1) Ibid., T. Ili, 767. («) Ibid., T. II, laa. (3) Ibid,, 619. Venturi, Op, cit, 79.

{*) Chronica Fr. Salimbene parmensis ecc., Parmae, ex officina Petri Fiacca- dori, 1857, pp. 373 e sgg.

(5) Tacoli, Memorie, II, 531.

DI M. M. BOIARDO 5

di Scandiano, ben triste ombra viene da una lettera di Bianca Boiardi, sua sorella, che a lui, come a capo della casa e chia- mandolo padre, scrisse da Ferrara il giugno 1446, per lagnarsi aspramente che non provvedesse come aveva promesso, al ma- trimonio delle figlie di lei: le quali faranno " come ha facto la sorella .... Se non lo volite fare Dio ve lo perdoni le non sarano ** le prime che siano andate p.... ('). E segue, rincarando la dose. La lettera nomina un Bonifazio Boiardi che, secondo un albero di essi del R. Archivio di Reggio (Sezione Turri), le era marito.

Di Matteo Maria non è fin qui certissimo il luogo della na- scita, né di questa si conosce la data. Nel sonetto LXXVIII (*) il poeta ci disse eh' egli venne al mondo sotto la costellazione dei gemelli, cioè tra maggio e giugno; ma rispetto all'anno la congettura più probabile rimane ancora, per quanto dirò poi, quella del cronista scandianese Geminiano Prampolini, che già viveva negli ultimi anni del Boiardo, e che accennò il 1434.

Più probabile, perchè confortata da un documento dell'Ar- chivio privato di Scandiano, recato dal Tiraboschi, è la opinione eh* egli vedesse il in quella terra. " Io non credo certo, che *^ alcuno sia mai per chiamar sua Patria un suo Feudo, se non " nel caso, che in esso sia nato (^). Questa argomentazione del Tiraboschi mi pare assai legittima, sopratutto appoggiata al fatto che i Boiardi " abitassero comunemente nel loro Feudo, ove da " vari documenti raccogliesi eh' essi tenevano una splendida Corte, ** e vi invitavano ragguardevoli Personaggi (*). Ignoro di. quali documenti volesse dire il Tiraboschi, ma per buona ventura ne potrò recar io qualcuno che sta a riprova delle parole di lui.

Il Tiraboschi (^) scrisse che la prima certa memoria di M. M. è degli 8 ottobre 1461. Egli stesso, però, ce ne reca una del 1457

0) R. Archivio di Reggio; Sez. Comune; Affari privati.

(*) Le poesie minori Hi M. M. Boiardo pubblicate per cura di A. Solerti, Bo- logna, Romag^ioli Dall'Acqua, 1894. (3) Bibl, Mod., I, 393.

(^) Ibid,, 291. Cfr. Venturi, Op, cit., p. 8a. (•">) Bibl Mod., I, 293.

6 NOTIZIE DELLA VITA

colle disposizioni testamentarie di Guiduccia, ava del poeta, in data 24 giugno di queir anno (^). La condizione imposta dalla testatrice che Matteo debba porre i suoi dazi in comune collo zio derivava da questi fatti. Il Marchese Lionello d'Este, fin da' primi del 1444, aveva donato a uno de' figli di Feltrino, Gio- vanni, i dazi tutti (salvo quello di traversia o passaggio) che la Camera ducale s'era riservata, nelle terre infeudate a Feltrino, rendendo in ciò Giovanni suddetto indipendente dalla potestà paterna (*). Morto nel 1452 esso Giovanni, Borso, già creato duca di Modena da Federigo III imperatore, confermò a Matteo Maria la concessione, fatta a suo padre dal M. Lionello, dei dazi di Scandiano, Torricella, Gesso e Arceto f ). Senonchè Feltrino, so- pravissuto fino al luglio del 1456 {*), rilevando che " la perce-

zione de' suddetti dazi non poteva che imbarazzare T autorità

* del Feudetario ordinò nel suo testamento che Matteo, sotto pena di perdere grossa parte di eredità, mettesse i dazi in co- munione collo zio Giulio Ascanio. Guiduccia poi, moglie di Fel- trino, poco prima di morire nel 1457, istituì de' suoi beni eredi il figlio superstite Giulio e il nipote Matteo Maria, vincolando questo all'obbligo già imposto da Feltrino, e all'altro di non provocare lo zio alla divisione, se non quando almeno avesse compiuto i suoi venticinque anni (^). Onde il Tiraboschi dedusse a ragione che nel 1452 Matteo Maria non fosse ancora affatto vicino a compierli, ed essere perciò assai probabile la opinione già recata del Prampolini.

Ma, prima di queste date, altre posso riferire sotto le quali

vM IhtJ., I. 392,

Ci Venturi. O/. ciL, p. 84.

1^1 R. Archìvio Suto in Modena; Cancelleria Ducale; Letterati. Cfr. Vex- TViu, Of. ciL, p. 84.

\^% C Vcaturi. nella Prefazione alle Pofsù di M. M. Boiardo scrlte ed iUm- ssr-su (Modena. Soctetà Tipografica. i8jo 1, reca la morte di Feltrino al 1453; ma easA arvcsae veraaccte il za o 23 luglio 1456» come appare da una lettera Gu:i=ccia e e: G:ìi1:j Ascanio agli anziani di Reggio. R. Archi v. di Reggio; Arch. Ce a.; Carteygto Anziani.

t-' Ventvr:. O/. n't. Tiraboschi. Bibl, Mod,, p, e.

DI M. M. BOIARDO 7

troviamo cenno di Matteo Maria. Due lettere di Lucia Boiardi, sua madre, scritte all'ava Guiduccia nel 1446, ci provano- che il giovinetto M. M. era tenuto a Ferrara (se non in quanto villeg- giava nell'autunno presso), e, secondo ogni verosimiglianza, a studio.

La prima di esse lettere, del io ottobre, è consolatoria nella morte del " nostro Pyrro che pare uno della famiglia, e di cui nulla sappiamo. La morte di lui avveniva dopo un altro recente lutto di Lucia, perchè seguono le parole " quale a me e stato renouamento del passato dolore „. Chiudendo la lettera Lucia scrive: " Io per la gracia dio sono guarita che a questi di mi " venne uno pocho di febre. Matteomaria sta bene. Valete ex ** quartisana „. A Quartisana e a Fiesso avevano villa gli Strozzi ('): molto probabilmente perciò la madre villeggiava col figliolo in casa del padre. Questo fatto non ci porterebbe, per avventura, ad annoverare fra gli ammaestratori del giovinetto Matteo anche lo zio materno Tito Vespasiano Strozzi? Non possiamo ora credere alla possibilità d'una istruzione famigliare, almeno delle lettere latine, quando nella vita dello Strozzi ab- biamo dal Barotti che questi, molto dilettandosi del villeggiare, frequentò giovine la villa di Quartisana? Uno stimolo almeno dovette il Boiardo averlo dall' esempio dello zio.

La seconda, del 17 novembre, ci mette dentro un pochino alla casa tenuta a Ferrara da' Boiardi, per la quale Lucia chiede istantemente dalla suocera una fante; ma la vuole, s'intende, a modo suo. " Magnifica ac generosa domina Mater honoranda. " Per altra mia scripsi alla Vostra Ma.cia de una puta et io ** questa altra replico pregandoui che se alcuna se ne può trouare " me la mandati, Adiusandoui chio uoria che la fusse bruta, del " facto de Una vechia mia sorella non (ha) mandato altra risposta " non so comò fare (se) ne fusse La (là) haueria molto caro ** poterla hauere perche qui non se ne troua.... Io maricomando ** Ma.cia vostra piazavi racomandarmi al ma.co mio (a Feltrino).

(1) Barotti, Memorie Istoriche di Lettercfti Ferraresi^^ voi. I. pp. 142 e 146.

8 NOTIZIE DELLA VITA

'* Valete ex Feraria xy nouembre 1446 Johane sta bene il e an- " dato in uilla col E. (Eccellenza, cioè il Marchese d'Este). Mateo- " maria sta bene ancho ualeas ('). Il giovinetto è ricordato anche in fine d'una di Giovanni, pure a Guiduccia.... " a la ** qualle inseme con noy maricomando e per lo simel fa la lucia " e matiomaria. Ferrarie 16 decembr. 1446 (*).

Non credo di dover pretermettere un* altra lettera di Man- fredo e Giberto da Correggio, perchè colle precedenti è riprova della consueta dimora de* Boiardi a Scandiano e della ospitalità onde solevano essere larghi anche ai loro principi. I da Cor- reggio la scrissero alla sorella Guiduccia, da Brescello, 1*8 di- cembre 1447. " Magnifica soror honoranda. Ve mando del uno " pocho de sturion e alcuni pesi persichi e quando a Vui parese " chel presente fuse sufficiente ne poteristi fare parte a Io III. m. " Borso per parte nostra, se non fuse presente de la S. sua facine " parte a Pelegrin per parte de mi Manfredo, avixandone chel " fu uno pexo e livere XVIII. Ex Brisilo die ecc. (^).

L' anno stesso della morte del conte Giovanni, Borso d* Este, accolto, dopo il solenne ingresso in Reggio come duca, nella si- gnorile dimora de' Boiardi a Scandiano, rinnovò a Feltrino la investitura de* feudi concessi fin dal 1423, accrescendoli, oltre che di Salvaterra, già concessa prima, di Casalgrande, Dinazzano e Montebabbio (*),

Che del 1456^ nonostante i diritti ond' era investito, M. M. non fosse, per 1* età, ancora considerato come Signore, n' è riprova la lettera onde Guiduccia e Giulio Ascanio, senza far parola di lui, notificano la morte di Feltrino agli Anziani di Reggio {% ancora del 1458; se, come parmi legittima induzione, dobbiamo assegnare a quest' anno una lettera di Cornelia Taddea Pio, con- sorte a Giulio, con la quale manda del trebbiano a Battista a

(1) R. Archivio di Reggio; Sez. Comune; Affari privati.

(2) Ibid. <3) Ibid.

{*) Venturi, Op. cit, p. 82.

<^) Lettera 23 o 22 Luglio 1456.

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DI M. M. BOIARDO 9

Caligis capitano di Reggio. Nella lettera è ben menzionato il marito : ** quando voliti più una cosa che un altra de questa casa, " volgio sapiate che haueti a comandare, et quando non li sia " ben messer Julio, sappia la M.a V.a che da lui ho commissione " darle ciò che domanda „; ma di Matteo non si parla. Ora, Battista a Calcijs o a Caligis fu capitano di Reggio nel secondo semestre del 1452 e vi stette fino a tutto il 1454. Vi tornò con pari autorità nel 1458 (^), ed è di quest'anno che il 20 luglio Borso d*Este era a Scandiano, donde mandò due lettere Regi- mini nostro Regij (*). Quella di Taddea, se non reca T anno, reca il 26 luglio e parla della " venuta del prefato S. (Signore) et " de furastieri ce son capitati a casa e che bevvero il buon vino. Un'altra, pur di Taddea (^), ci conduce fino alla vigilia del venticinquesimo anno di Matteo, essendo del 2 maggio 1459. Ella, sempre tacendo di lui, parla in nome del marito assente, circo- stanza da notarsi, poiché fa cadere la possibile obiezione non fosse menzionato Matteo, perchè forse lontano. Ma subito, del 1460, entra in scena egli, il nuovo Signore: onde, se la data della nascita di lui, fissata dal Prampolini al 1434, parmi assolu- tamente incontrovertibile, non tali debbono ormai ritenersi queste parole del Venturi (^): " I due Condomini Zio e Nipote intra- " presero dopo la morte di Feltrino il governo dei Feudi e 1' am- " ministrazione de' loro beni in comune „. E il tratto d' un do- cumento eh' egli cita " Mess. Julio Bojardi per se, e per li omini ^ e luoghi che governa insiem col Nipote „, si hanno, credo, a riferirsi al mero diritto onde questi era investito, e che non po- teva essere passato sotto silenzio. Quanto all' esercizio effettivo di esso diritto, non ne troviamo vestigio che tre anni di poi.

(*) R. Archivio di Reggio; Riformagioni del Comune.

(*) R. Archivio di Reggio; Registrum litt. com. Reg^j, 1457-63, e. 6 v." e. 7 r.".

<3) La contessa vi parla delle spelte dovute da' Boiardi alla Camera Ducale. Dai libri delle Riformagioni del Comune di Reggio all' a. 1467, carta 152 v.% rile- viamo che i Boiardi erano i maggiori contribuenti dopo il Comune e i distret- tuali. Il primo era tenuto a stala 9000, i secondi a 1600, i " zentilhomini di Boiardi a laoo, e i " zentilhomini di Manfredi a iiao.

(^) Venturi, Op. cit, p. 84.

IO NOTIZIE DELLA VITA

Fin qui ho dovuto seguir le date come mi si presentavano: conviene ora classar le notizie secondo certi viluppi di cose nei quali si trovò la vita del poeta. L' umana gentilezza del quale e il sentimento cavalleresco schietto e profondo e V indole generosa e r onestà specchiatissima si trovarono più volte a ben duro cimento. Era suo fato chiudere i giorni in un supremo dolore che i guai pubblici gli ribadivano nell* animo, sfiduciato com' era, forse pieno di terrori, per V avvenire de' suoi cari, dopo aver retto ad accuse infami, dopo aver corso il pericolo di sentirsi avvelenato per mano domestica, invano passando fra le nequizie altrui perdonando e beneficando. di tutte le malignità alle quali fu segno sappiamo appuntino tutta la gravezza; il mistero che le avvolge ancora in parte non le attenua, ma ce le fa in- travedere più paurose. E nondimeno, per quanto ci è dato cono- scere, r uomo non venne meno a se medesimo un solo momento, ed accettò con la serenità d* uno dei suoi paladini la rude batta- glia e la sostenne provvido e imperterrito fino agli ultimi giorni.

Il primo atto che ci resti della vita di Matteo Maria, come conte di Scandiano, è comunicazione d* un lutto di famiglia : la morte dello zio Giulio Ascanio. Il poeta scrive al Conte Silvio di San Bonifazio, capitano di Reggio, e chiama lo zio defunto ** Bon Padre, come si dichiarerà " filius al di San Bonifazio medesimo, suo parente, in una lettera del io agosto 1461.

Le acque del Secchia danno luogo al secondo, ed eccoci su- bito a uno di quegli argomenti che dovevano trarre a sé, perio- dicamente, l'attenzione del conte o della zia Taddea. Per non ritornarvi più su, dirò d'un tratto quanto della vita di M. M. si lega alle questioni di quelle acque, che furono per lungo tempo febre continua al Comune di Reggio (*).

Questo nel 141 7 deliberava di costruire una chiusa di pietre e calce attraverso il Tresinaro per far passare l'acqua. del ca- nale di Secchia. Prima si provvedeva alla meglio con ripari di legnami e ghiaia, che lasciavano disperdere buon dato dell' acqua

(1) V. nel Carteggio degli Anziani, 1487, lettere ad Alda Boiardi:

DI M. M. BOIARDO II

e che ad ogni momento erano infranti. Ma la deliberazione non era ancora eseguita nel 1456, quando il duca Borso ordinò la costruzione d' una vera botte o veggia coperta. Il Venturi che ci queste notizie (') aggiunge che V ordine dovette essere eseguito con negligenza, perchè nel 1469 il conte M. M. Boiardo avvisò i Reggiani che la gonfiezza del Tresinaro aveva rovinato del tutto la botte suddetta (*). D'un' altra rovina, almeno parziale, ci parla una lettera di M. M. del 7 maggio 1460, nella quale mostra il suo molto buon volere verso la città ('); men lo palesa in un' altra del 4 di giugno, nella quale consiglia a' reggiani miglior mezzo che di gride sl salvar la loro acqua, e promette loro di dar tal punizione a chi la rubi " chel darà exempio ad altri (^). Ma cortesia e benevolenza di concittadino non lo impacciano nel sostenere apertamente e di buon inchiostro i suoi diritti, quando li vegga minacciati. E due occasioni gli si presentarono nel corso del 1462: la prima fu la voce corsa che un Barnaba Caprari (era della famiglia di Antonia?) fosse per ottenere una posta di molino ** suso il canale de qua (^) ; la seconda gli venne porta dal fatto che Simon Calcagni, senza dargliene avviso, mo- strargli decreto alcuno del duca, aveva cominciato i lavori per dedurre acqua del canale a movere una segheria nella villa di Sabbione. Senza tanti complimenti fu dagli uomini suoi spianato tosto r incominciato scavamento, e il Boiardo assevera che ciò era stato fatto a buon diritto. Sosteneva egli che il luogo del fatto era in terreno indubitato di Scandiano ; il Calcagni lo asse- riva di Reggio. La lite fu portata al Duca, il quale, infine, evi- dentemente seccato, il 22 settembre mandò al governo di Reggio gli atti relativi, perché decidesse egli " in modo che nui non ne ** habiamo ad riceuere altra fatica. Et questo che ne deueti fare

(*) Venturi, Op. cit., p. 106. («) Cfr. Lett. 8 apr. 1469.

(3) R. Archi V. di Reggio; Registri delle lettere 1457-1463; e. 22 v.*. (<) Ibid.

(^) Lett. 21 giugno X462. Il Caprari dovette insistere per qualche tempo, perchè e' è una provvigione del 23 gennaio 1464, la quale tutela i diritti de' Boiardi.

12 NOTIZIE DELLA VITA

" fatelo prestissimo ('). Ma anche difendendo le proprie ra- gioni, sempre appare la onestà dell' animo di Matteo Maria, nelle proposte che fa perchè il Calcagni possa ottenere altrove ciò che lo salvi dalla sua " totale consumptione „.

Della solita benevolente solerzia verso la città di Reggio son fede altre due di Taddea (M. M. non doveva essere a Scandiano) per avviso d' una nuova grande rotta allato a la veggia di Rio- torto, e del guasto di paratoie alle chiaviche ('). Ed un' altra, pur di lei, protesta che per fatto suo e del nipote non vien meno certamente acqua al canale e ripete le antiche profferte, " che " Dio sa quello voria potere fare per quella comunità (^). Se la donna era schietta allora, come pare, quanto dovette mutarsi di poi!

Seguono, pel 1469, di Matteo Maria V avviso già recato dal Venturi e una preghiera per ottenere una dilazione al pagamento dovuto alla Comunità di Reggio da Pietro Pernighetto, appalta- tore del canale (*), e una lettera sopra lagnanze e" richiesta d' acqua fattegli dal duca (^). Neil' anno stesso gli vengono pi- gliati a Castellarano, dall' officiale delle acque di Modena, due de' suoi, andati a metter l* acqua nel canale di Reggio, la quale era stata tolta " per quelli di „. Ne scrive ripetutamente agli anziani, esortandoli a voler far liberare i prigioni, e a non cedere sulla pretesa d' una multa richiesta loro : tanto gli sta a cuore che Reggio non abbia alcun pregiudizio (^). Gli anziani riconoscono finalmente il buon volere del conte, e in una lettera del 5 giu- gno 1472, chiedendo appoggio pei loro uomini andati a vedere " come sta il canale „, lo pregano " a subvenirli come e de " usanza de la M.cia. vostra (').

Le acque del Secchia dovevano porgere al poeta 1' occasione più solenne di riaffermare la propria e la cittadinanza reggiana

m Lett. I sett. a6 sett. 14 ott. 1463.

(') Lett. 18 genn. e 35 febbr. 1463.

(3) Lett. 21 marzo 1466.

(<) Lett. 5 giugno 1469.

(5) Lett. 28 luglio 1469.

(*) Lett. 30 luglio e 2 agosto 1469.

C) R. Archivio di Reggio; Comune; Sez. Carteggio degli Anziani.

DI M. M. BOIARDO I3:

degli avi suoi in un documento che toglie addirittura ogni dubbio fin qui manifestato, ogni pretesa più o meno ingegnosamente so- stenuta a farlo credere ferrarese. Le prove addotte dal Conte Nicola Tacoli neutre volumi delle Memorie Storiche della Città di Reggio di Lombardia a dimostrare la reggianità del poeta e della famiglia, prove che ottennero il suffragio del Muratori (^), basterebbero indubbiamente; ma la solenne dichiarazione di Mat- teo Maria in un atto pieno di generosa affezione e che detta all'uomo espressioni di caldissima eloquenza vale da più che tutto il resto. Il 30 agosto 1473 il Boiardi aveva scritto agli Anziani dimostrando come, per cura della sua casa, nonostante la straordinaria siccità dell'anno, e le rotture fatte più volte da quelli di Sassuolo, di Rubiera e di Carpi, il canale non aveva avuto quella carestia d'acqua che si poteva temere; e che per conseguenza non poteva addebitarsi a chi aveva l'incarico di mantenere continuamente l'acqua, se non aveva fatto ciò che proprio era impossibile (*). O la giustificazione di lui non paresse bastante agli anziani, o volgessero le cose in modo intollerabile a' reggiani non solamente, ma anche a' Boiardi, si presentò egli medesimo agli anziani stessi raccolti in formale adunanza con i personaggi del governo, il 7 settembre successivo, e disse: Il padre mio, l'avo e gli antecessori miei furono di continuo buoni cittadini di questa città e amici de' reggiani e difenditori e pro- pugnatori della reggiana repubblica, de' suoi beni e diritti e giu- risdizioni. Tale io sono e tale intendo essere finché mi basti la vita. Ora, perché non si ledano i diritti del Comune, anzi, perchè lesi vengano soccorsi e confortati, son io qui venuto al vostro cospetto ad esporvi alcune cose per il bene del Comune, quando mi diate benevolo ascolto, e detto questo, e ottenuta licenza di proporre ciò che volesse, e datagli facoltà di parlare, egli, voltosi ai signori del reggimento, disse : Ciò di che debbo parlare spetta

(») II, 193 e 194. Cfr. I, 26a, 291, 3:10, 465: II, laa, 554 e altrove. Cfr. Yen- TURI, St. di Scand., pp. 75, 77. Lett. 23 o aa, luglio 1456. (') Lctt. 30 agosto 1473.

14 NOTIZIE DELLA VITA

questi magnifici cittadini e questo comune magnifico; e però, con vostra buona licenza, volgerò a loro le mie parole e nel materno sermone incomincerò.

Espose com' egli riconosceva antichissimo e incontrastabile il pieno diritto del Comune sulle acque dedotte dal Secchia mediante il canale derivato per le terre di Dinazzano, Salvaterra, Casal- grande, Scandiano e per altri luoghi governati da' Boiardi ; e come nessun altro, fuori del Comune di Reggio, avesse diritto alcuno suir acqua, sul canale, sulle rive. Espose la violenta rottura fatta fare alle rive e agli argini pochi prima da* magnifici Pii di Carpi, che avevano invaso il territorio di Casalgrande con armati e con duecento persone, per deviar l'acqua verso il Carpigiano. Col danno della città dimostrò quello ne veniva ai molini che con buona concordia della città la casa Boiardi possedeva sul canale. Propose un formale processo contro gli usurpatori e chiese venissero condannati conformi le disposizioni degli statuti citta- dini, poi continuò:

Inoltre, poiché voglio esser pronto sempre per questo Comune quanto sarei per me, vi chiedo vogliate esser contenti che, in nome vostro e col mezzo del diritto ed ancora colle armi, se e quando e quante volte sia bisogno, io difenda la detta acqua: cosa che farò sempre di grande animo, sia per la convenienza del luogo (poiché, per così dire, in casa mia, questo potrò fare prestamente, immediatamente, in ogni evento), sia per l'af- fezione che porto a voi e a questo Comune: pei quali offro di esporre, non solamente i miei beni, ma la mia propria persona, per difesa e tutela de' vostri diritti^ pel decoro e per l' accresci- mento del predetto vostro Comune.

Le calde parole del Boiardo mossero i plausi ed ebbero grandi i ringraziamenti degli anziani e degli aggiunti, che al cittadino amplissimo, al patrizio, all' amico fedele e costante diedero facoltà di difendere jure et facto in nome loro e del comune 1' acqua del Secchia, commettendo al podestà il processo da lui chiesto (*).

(') 7 Canali di Secchia e d* Enza, Reggio Emilia, tip. Degani, i88^, voL II, parte 3% pp. 83, a 85.

DI M. M. BOIARDO I5

Undici giorni dopo, cioè il i8 settembre, il comune mette a prova lo zelo del Boiardo. Gli scrive che i Pii minacciano ancora violenze e guasti. Si opponga egli vi et armis, poiché " le huma- ** nissime et care uostre offerte ce invitano ad implorare lo ayuto '* et brazo uostro a quelle cosse in le quale la uostra mano più " promptamente et più dextramente può riparare che la nostra ** perche cussi anche e stato costume de la Inclita casa uostra " de essere stato buon pecio propugnatore et schudo de questa " Comunità in simile cosse (^). c'è indizio che altro avvenisse.

Del 1474 son due lettere del Conte agli Anziani, in favore di Pietro Pernighetto, detenuto per denari che doveva al Comune a cagione del canale ('). La prima istanza non era valsa a ottenere che il prigioniero fosse rilasciato; lo fu probabilmente dopo la seconda, alla quale gli anziani risposero il 14 marzo che il Per- nighetto era in carcere principalmente ad istanza del fideius- sore. Ma seguirono altre trattative. Con provvigione del 27 giugno si deliberò che, stante la molta povertà del debitore, e poiché il conte, al quale il Pernighetto era carissimo, si offriva, con la solita generosità, di rifare il Comune al dieci per uno, con lavori interessantissimi al canale, fu pienamente condonato il debito, che già prima era stato ridotto da fiorini 18 d' oro a lire 50 " della presente moneta f ).

U affare del Pernighetto chiarisce come nonostante il proce- dere veramente cavalleresco del conte, la città fosse inesorabile anche a persone a lui care, quando si trattava de' prodotti del canale. Tutto il resto dei documenti che a questo si riferiscono, confermano da un lato la larghezza e le premure del Boiardo, dall' altro la gelosa meticolosità del Comune. Anche lasciando una querimonia di Taddea del 19 maggio 1476, che, pel tempo in cui fu mossa, può parere sospetta, come vedremo, lo stesso M. M. si lagna, in una del 2 agosto 1477, di una mancanza di riguardo

m R. Archivio di Reggio; Sez. Comune; Carteggio degli Anziani.

(^) Lett. 34 febb. e 5 marzo 1^74.

(3) R. Archivio di Reggio; Riformagioni del Comune.

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usatagli dalla città presso il duca, quand'egli si trovava a Fer- rara, forse a corte. Eppure ricorrono di quando in quando ringraziamenti della città per le consuete offerte e opere uti- lissime ('). Narro, non giudico : ma non sempre m' è riuscito di vincere un sentimento non benevolo verso que* nostri vec- chi, che, insomma, si mostrarono talvolta ingiusti ' a chi, pure in occasione di sentirsi offeso e di dolersene, offriva di nuovo opere, roba, obbedienza e conchiudeva: " Et se io fusse impera- " tor io vorebe essere resano et obediente et ben amato da la " patria mia ('). Ma, ad attenuare quel sentimento soccorre il. pensiero che V acqua del Secchia era argomento di vita o di morte per la città nostra. In una degli 8 luglio 1483 a Taddea per iscongiurare il pericolo e il danno che Marco de' Pii " col " mezo et fauore de V.ra M.cia usi contro il diritto della stessa, gli anziani, con vero grido d' angoscia esclamano : " Questa aqua ** sie la vita nostra: la quale ni costa tanto oro: et è quella " senza la quale questa Cita seria assidiata „. Solamente cinque giorni dopo sono però costretti di ringraziare la contessa del favore che presta " perchè a salvamento la (acqua) venga qui " a la cita „. Bisogna però dire che questa estrema sollecitudine degli anziani contro Taddea era giustificata da quello che ve- dremo essere il più triste episodio nella vita di Matteo. Se ne fomentavano sospetti e affanni che talvolta consigliavano provve- dimenti e nomine inconsulte, come pare fosse quella di un Ber- tolino da Cremona che, per lasciarsi vincere dalla collera e dire villania agli uomini, non era il più adatto " a praticare cum con- " tadini, li quali sapete che sono rabiati (^), come scriveva Taddea. E Matteo Maria aggiunge che, se a Secchia e da ogni

(1) Lett. 4 dicembre 1474, aa maggio 1475, 7 giugno 1478, 25 novembre 1483 e IO luglio 1483. Nelle Riformagioni del io marzo 1475 leggesi che Giusto della Fossa relazione dei lavori fatti al canale da Guido Scajoli. Li loda e dice che son necessari altri scavamenti prima delle * brigne e vegete , fatte al Rio de' Bianchi e al molino de'Boioni. Taddea de' Boiardi si offriva di farli fare per suos hommes.

(') Lett. a agosto 1477.

(3) Lett. 7 aprile 1483.

DI M. M. BOIARDO I7

canto la fede è rotta (accenna alle solite ruberie d'acqua), bisogna " metterli altra cura che quella di bertolino (')

L' animo del conte, pronto sempre a beneficare, gli detta non poche commendatizie le quali debbono aggiungersi alle altre che appaiono nel carteggio per V acqua. La impotenza e povertà de' suoi uomini gli fa implorare e ottenere dal duca che possano pagare certe tasse in roba e non in danari (*) ; e di questa concessione, e forse di altra più lata, si fa sostenitore a spada tratta contro Barnaba Caprari e Antonio Sandello, che si facevano alla lor volta forti d' una lettera del duca, " quando bene (scrive fiera- " mente) in detta sua lettera se continesse mille conscientie del " Signore (^). Se uno de' suoi è molestato da qualche prepo- tente, bolla in pochi tratti il facinoroso come si deve, e nella difesa di Donino dalla Giarola sa destramente valersi del ti- tolo della reciprocità di diritto {*). Per integri e virtuosi suoi ufficiali invoca da Reggio l' onore della cittadinanza Q). Sol- lecita nel bisogno instante de' suoi soggetti " alcuni pochi de- " nari onde la città è in debito (*); e per gli scandianesi qualcosa di meglio che la semplice rinnovazione delle conces- sioni già fatte, approfittando de' primi giorni di regno del duca frcole ('). Si offre, nonostante il disagio che ne proverebbe, di dar legna del suo territorio, se Michele di Santo, che ne deve fornire il comune, non potrà raccoglierne altrove " per denaro (*). E, dove la ragione del raccomandar persona riguardi una qui- stione fiscale, che pur lo interessa, non pretermette di chiedere il favore, ma solo ** in quanto vuol ragione ('). Taddea, an-

(1) Lett. 7 agosto 1483.

(*) Lett. 35 magg